Alto volume. Politica, comunicaizone e emarketing by Francesco Giorgino

Alto volume. Politica, comunicaizone e emarketing by Francesco Giorgino

autore:Francesco Giorgino [Giorgino, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Luiss
pubblicato: 2019-01-03T23:00:00+00:00


Capitolo quarto

L’Italia sovranista e populista

il fenomeno salvini

La vicenda politica e personale di Matteo Salvini merita di essere studiata a fondo. Non ci sono precedenti nella storia repubblicana del nostro Paese di leader politici passati in una manciata di anni da percentuali poco significative (sotto il 5% in occasione delle elezioni del 2013) a livelli di consenso talmente ampi (quasi il 35% in base ai sondaggi di inizio settembre e di inizio novembre 2018) da prefigurare la nascita di un vero e proprio modello di comunicazione e marketing politico. Modello incentrato sulla forza del leader, oltre che su quella del partito. La Democrazia Cristiana, che rappresenta un precedente importante quanto a consensi diffusi, registrò nel periodo della ricostruzione postbellica un successo straordinario, ma ciò avvenne soprattutto per la sua natura di partito interclassista, per la capacità di comporre all’interno di un unico grande contenitore politico approcci diversificati (le correnti), per il sostegno del mondo cattolico, per la presenza di una classe dirigente estesa a livello nazionale e territoriale, per l’ampiezza della propria proposta programmatica, più che per il potere carismatico di un singolo esponente o per il suo modo di comunicare.

Il caso di Salvini è emblematico di come sia cambiata e di come stia cambiando la politica. E non solo in Italia. Sono tante le sensazioni che si ricavano rivedendo, frame dopo frame, le immagini della visita istituzionale, il 3 settembre del 2018, del vice premier e ministro dell’Interno del governo diarchico Cinque Stelle-Lega a Viterbo, in concomitanza di uno straordinario evento di popolo come la festa di Santa Rosa. Attraversando una delle strade centrali della città laziale, Salvini è stato acclamato da una folla che non è esagerato definire in adorazione: applausi ininterrotti, strette di mano, selfie, autografi, sorrisi, gesti inequivocabili di empatia e apprezzamento. Già a Genova, qualche giorno prima, in occasione dei funerali delle vittime del crollo del ponte Morandi egli era stato applaudito insieme all’altro vice premier, Luigi Di Maio, ma quanto accaduto nella Tuscia ha rappresentato una sorpresa persino per lo stesso Salvini, che pure a Viterbo era già stato anni prima e sempre per assistere al trasporto della macchina di Santa Rosa. Si può obiettare che in periodi di “politica pop” è facile che i leader di partito vengano applauditi in ragione della loro visibilità mediatica, secondo una dinamica molto simile a quella che vale per i personaggi più noti del cinema, della televisione e del calcio. Il politico, insomma, come celebrity. Si può obiettare che anche Giorgio Almirante, riconosciuto persino dai suoi avversari come oratore di grande qualità, riempiva le piazze ma non le urne. Si può obiettare che tutto questo è frutto della spettacolarizzazione della politica e della simbiosi tra quest’ultima e la cultura di massa (Mazzoleni, Sfardini, 2009), come dimostra la lunga stagione di Berlusconi e come provano le non poche esperienze statunitensi, anche prima della presidenza di Donald Trump. Si pensi, a titolo esemplificativo, alla decisione, presa da Bill Clinton nelle battute finali della sua campagna elettorale, di suonare il sax in uno show televisivo di prima serata per enfatizzarne il profilo popolare.



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